Chi siamo

Arica: impegno
per il territorio

Salvaguardia del
sistema idrografico

Genesi del Collettore
e del Consorzio

Un impegno 
continuo

Arica: impegno per il territorio

Arica – Aziende Riunite Collettore Acque è il Consorzio che gestisce per conto della Regione Veneto il Collettore delle acque di cinque impianti di depurazione del Vicentino: Trissino, Arzignano, Montecchio, Montebello e Lonigo.

Costituito nel 2000 per iniziativa delle società di servizio idrico integrato della zona – ora Viacqua, Acque del Chiampo e Medio Chiampo – il Consorzio Arica non si limita ad assicurare la gestione dell’impianto di  canalizzazione (Collettore). Monitora il rispetto dei limiti di stabiliti per le acque conferite dagli impianti di depurazione e agisce per farli osservare.

Provvede a trattamenti che concorrono a migliorare la qualità delle acque ricevute. E’ parte attiva nei programmi dei soggetti nel territorio che puntano a prevenire e alleggerire la pressione degli inquinanti sulle acque di superficie.

Salvaguardia del sistema idrografico

Arica dà un contributo essenziale alla gestione di problematiche che hanno radici storiche e che gravano sul sistema idrografico Togna-Fratta-Gorzone.

Il sistema idrografico Togna-Fratta-Gorzone si origina dal torrente Togna (Lonigo) che in seguito assume la denominazione di fiume Fratta a Cologna Veneta e quindi di Canale Gorzone a Vighizzolo d’Este, per poi confluire nel Brenta. È un bacino che da più di sessant’anni subisce notevoli pressioni ambientali: è recettore ultimo delle acque liberate da un sistema industriale in costante sviluppo e con una forte concentrazione conciaria (Valle del Chiampo).
A partire dagli Settanta si è cominciato ad affrontare il problema, con l’entrata in funzione degli impianti di depurazione di Arzignano (1978), Montebello (1981), Montecchio (1986), Trissino (1987) e Lonigo (1994).

Rimaneva però il problema che la parte a monte del bacino – importante zona di ricarica delle falde da cui attingono acqua potabile i principali acquedotti del basso veronese e del vicentino – rischiava di essere compromessa dai reflui degli stessi impianti di depurazione, in particolare di quelli di Arzignano e Montebello. Ancorché trattati, gli scarichi di questi impianti finivano in corsi d’acqua di modesta portata e su letti permeabili facilitando la contaminazione del sottosuolo.

GENESI DEL COLLETTORE E DEL CONSORZIO

Nel 1985 la Regione Veneto ha approvato la realizzazione di un Collettore per trasferire i reflui trattati dai cinque depuratori in una zona meno vulnerabile e su un corpo idrico adatto (Fratta, all’altezza di Cologna Veneta).

Il Consorzio Arica è nato nel 2000 per iniziativa delle società locali di servizio idrico integrato. Già nel 2000 Arica ha attivato un primo tronco del Collettore, con recapito a Bagnolo di Lonigo (VI), dotato già dall’anno successivo di un impianto di disinfezione centralizzato. Nel 2007 il Consorzio ha messo in funzione un secondo tronco, portando così i reflui direttamente a Cologna Veneta (VR), oltrepassando quindi la zona di ricarica degli acquiferi e inserendo a monte dello scarico un evoluto impianto di disinfezione a raggi UV. È inoltre programmata un ‘ ulteriore estensione della canalizzazione, per raccogliere anche le acque del depuratore di Cologna.

La funzione del prolungamento a sud dell’abitato di Cologna Veneta, risiede nell’obiettivo di migliorare la fruibilità sociale ed ambientale della fascia a ridosso dell’asta fluviale oggetto di notevole espansione urbana e nel maggior controllo ambientale poiché con il collegamento dello scarico del depuratore di Cologna Veneta nel sistema collettore, il Fratta avrebbe nel territorio colognese un’unica fonte di pressione composta da scarichi di depuratori pubblici con maggiore possibilità di controllo e di intervento con azioni congiunte.

UN IMPEGNO CONTINUO

Arica ha continuato a migliorare le performance del Collettore.

Nel passato come oggi, Arica continua a dare il proprio contributo ai programmi per affrontare l’emergenza PFAS. In primis recependo e facendo rispettare ai suoi stessi consorziati i limiti progressivamente introdotti, quindi concorrendo con le Autorità pubbliche a monitoraggi continui. I risultati conseguiti più di recente lo confermano.

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