Le misurazioni sono confrontate con i valori limite a norma.
Le due date prese a riferimento danno conto della situazione al 2004-05, al varo dell’Accordo di Programma Quadro, e al 2017, anno di emissione del Decreto Regionale di autorizzazione allo scarico n° 101 del 07.03.2017
BOD – Biochemical Oxygen Demand | |
Cos’è | È la quantità di ossigeno richiesta dai microrganismi aerobi per assimilare e degradare le sostanze organiche presenti nel refluo. Cresce con la loro concentrazione. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Il basso valore allo scarico indica che tutti composti organici presenti nei liquami sono stati trasformati in sostanze più semplici. Proteine, glicidi e lipidi sono stati rispettivamente trasformati in nitrati, anidride carbonica e acqua. |
COD – Chemical Oxygen Demand | |
Cos’è | È la quantità di ossigeno richiesta per ossidare chimicamente talune sostanze presenti nel refluo. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Il COD indica il contenuto di sostanze organiche non biodegradabili ma anche di alcune sostanze inorganiche. |
SST – Solidi Sospesi | |
Cosa sono | Sono sostanze presenti nel refluo sotto forma di particelle sospese e colloidali, con dimensioni comprese fra 0,001 µm e 10 µm. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Causano la torbidità del refluo: diffondono e assorbono i raggi luminosi. L’alta concentrazione indica problemi alla linea di trattamento fanghi dei depuratori. |
Cloruri | |
Cosa sono | Sono sali che contengono residui di acido cloridrico. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Il contenuto salino (cloruri e solfati) è legato all’attività della concia. |
Solfati | |
Cosa sono | I Solfati esprimono il contenuto di sali che contengono uno ione solfato (SO4–). |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Il contenuto salino (cloruri e solfati) è legato all’attività della concia. |
Cromo Totale | |
Cos’è | Il cromo è un metallo abbondante in natura e in diverse forme. Le due più stabili e comuni sono il cromo esavalente, Cr(VI), e il cromo trivalente, Cr(III). Il Cr(VI) è tossico. Il Cr(III) invece ha un ruolo importante nel metabolismo di carboidrati, grassi e proteine ed è caratterizzato da bassa tossicità. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Il contenuto di cromo totale è legato all’attività di concia e ad alcune industrie galvaniche. Il cromo presente allo scarico del Collettore è nella forma trivalente. |
Colore Scarico | |
Cos’è | È la percezione cromatica alla vista – giallo ambrato – conseguente alla presenza di residui post depurazione (si veda anche alla voce SST precedente). |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Fenomeno amplificato da un effetto ottico (vista dall’alto). Si ridurrà con l’avvio dell’ozonizzazione dei reflui nel principale depuratore collegato al Collettore. |
PFOS | |
Cos’è | È il Perfluoroottansolfonato (PFOS). Appartiene alla classe delle sostanze perfluoroal-chiliche (PFAS) a catena lunga (8 atomi di carbonio). Può formarsi anche dalla degrada-zione chimica, ambientale e metabolica di altre sostanze fluorurate. È tra gli inquinanti organici tossici persistenti: non subisce idrolisi, fotolisi o biodegradazione in condizioni ambientali. Come il PFOA bioaccumula nei tessuti degli essere viventi. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | È utilizzato nei processi industriali per rendere resistenti ai grassi e all’ acqua tessuti, tappeti, carta e rivestimenti in generale. È utilizzato anche nella formazione delle schiume antincendio, in prodotti medicali e apparecchi elettronici. |
PFOA | |
Cos’è | È l’Acido Perfluoroottanoico (PFOA). Appartiene alla classe delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) a catena lunga (8 atomi di carbonio). È un inquinante tossico persistente: non subisce idrolisi, fotolisi o biodegradazione in condizioni ambientali. Come il PFOS bioaccumula nei tessuti degli esseri viventi. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | È utilizzato nei processi industriali per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, tappeti, carta e rivestimenti in generale. È utilizzato anche nella formazione delle schiume antincendio, in prodotti medicali ed apparecchi elettronici. |
PFBA | |
Cos’è | È l’ Acido Perlfluoro Butanoico (PFBA). Appartiene alla classe degli PFAS a catena corta (4 atomi di carbonio). Come per i PFBS, è uno dei sostitutivi degli PFAS a catena lunga. L’introduzione nelle lavorazioni industriali è conseguente alla ridotta persistenza nell’ambiente e alla più elevata biodegradabilità. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | È utilizzato nei processi industriali come sostituto al PFOA. |
PFBS | |
Cos’è | È l’Acido Perlfluoro Butan Solfonato (PFBS). Appartiene alla classe degli PFAS a catena corta (4 atomi di carbonio). Come per i PFBA, è uno dei sostitutivi degli PFAS a catena lunga. L’introduzione nelle lavorazioni industriali è conseguente alla ridotta persistenza nell’ambiente e alla più elevata biodegrabilità. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | È utilizzato nei processi industriali come sostituto al PFOA. |
Somma altri PFAS | |
Cos’è | È un indice che comprende la somma di: Acido Perlfluoro Pentanoico (PFPeA), Acido Perlfluoro Esanoico (PFHxA), Perlfluoro Esan Sulfonato (PFHxS), Acido Perlfluoro Eptanoico (PFHpA), Acido Perlfluoro Nonanoico (PFNA), Acido Perlfluoro Decanoico (PFDeA), Acido Perlfluoro Undecanoico (PFUnA), Acido Perlfluoro Dodecanoico (PFDoA). |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Sono utilizzati a livello industriale per lo più il PFPeA e il PFHxA. |
Microrganismi Patogeni | |
Cosa sono | Sono microrganismi presenti nei reflui civili e all’origine di malattie. Per la difficoltà di individuarli singolarmente nei liquami, si assumono ad indicatori quelli afferenti all’inquinamento fecale, in primis il batterio Escherichia coli. |
Valori di riferimento e di scarico |
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Considerazioni | Abbattuti dagli impianti di disinfezione a raggi UV e ad acido peracetico. |