Come i fattori ESG e l’innovazione possono modificare il settore idrico

Come i fattori ESG e l’innovazione possono modificare il settore idrico

Le conseguenze dirette e indirette della crisi idrica di questi ultimi anni fanno crescere l’attenzione delle imprese del settore, dei cittadini e della pubblica amministrazione verso la continuità del servizio, la tutela della risorsa e il risparmio sui consumi.

In questo quadro diverse organizzazioni stanno gradualmente approcciando un modello ESG – basato cioè sugli aspetti ambientali (E – Environment), sociali (S) e di governance (G) – che guarda con maggiore attenzione alla responsabilità nella gestione e al consumo dell’acqua. In poche parole oltre all’attenzione all’ambiente e al sociale (gli utenti) entra in gioco anche l’aspetto gestionale della risorsa idrica per garantire al territorio, alle aziende e alla cittadinanza un servizio continuativo e di qualità. Questo modello evidenzia come la risorsa idrica sia un asset economico importante in cui vanno investite risorse per tutelarla e per farne crescere il valore nel tempo. Analizzando questo percorso in ottica ESG, si rileva come negli ultimi anni – a valle dell’emanazione del contesto regolatorio del settore – sia cresciuta l’attenzione nei confronti delle attività imprenditoriali ed economiche correlate alla gestione dell’acqua.

Per poter affrontare la gestione della risorsa idrica in ottica ESG è però indispensabile sapere di cosa stiamo parlando e delle grandezze in gioco. La disponibilità dei dati fisici, economici e delle ricadute sociali diventa quindi centrale per passare da un modello di gestione tradizionale a uno basato sui tre pilastri della sostenibilità (ESG appunto).

Nel mondo dell’idrico essere in possesso di questi dati significa disporre di elementi quantitativi legati alla produzione, ai consumi, alle riserve disponibili, alla gestione delle reti e a quella dei reflui, in maniera da governare il processo nel suo complesso, partendo da dati reali e concreti.

Per poter affrontare in maniera sistematica la raccolta e la fruibilità dei dati diventa centrale il ruolo dell’innovazione, in particolare quella basata sulle nuove tecnologie digitali, come l’Internet of Things, i Big Data o l’Intelligenza Artificiale, che permettono un’analisi puntuale su un gran numero di dati e la conseguente pianificazione delle attività operative.

Partendo dal monitoraggio dei consumi, grazie alla diffusione di contatori intelligenti, per proseguire con gli interventi manutentivi sulle infrastrutture, attraverso nuove tecnologie in grado di rilevare in maniera automatica le perdite, per arrivare ai comportamenti dei singoli e a un dialogo continuo tra operatori e clienti, è possibile costruire un futuro idrico resiliente e sostenibile.

In conclusione, digitalizzare la gestione delle risorse idriche significa prima di tutto risparmiare, a livello operativo e negli investimenti, generando maggiori efficienze a un costo inferiore; modernizzare le infrastrutture esistenti con soluzioni digitali più sicure e flessibili; e creare maggiore consapevolezza nei clienti per ridurre i consumi e far crescere la qualità del servizio. In questo modo una moderna gestione della risorsa basata sull’innovazione permetterà di applicare un modello in grado di essere molto più attento agli aspetti ambientali, a quelli sociali dei territori interessati e con una migliore gestione dell’intero ciclo da parte del management delle aziende.

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